Cinema

CIRO D'EMILIO: INTERVISTA A UN GIOVANE E DETERMINATO REGISTA CAMPANO.

Il mondo del cinema viene spesso percepito in modo distorto: o troppo luminoso o troppo oscuro. Ciro D'Emilio è un giovane regista campano, originario di Scafati, che ci ha mostrato la sua realtà in una chiacchierata interessante e dalla quale è emerso un carattere duro che di certo non è disposto ad arrendersi alla prima difficoltà.



Quando hai capito che volevi diventare regista?
Quando ho girato il mio primo videoclip, “Game Over” (La Congrega, 2006), ho provato una forte adrenalina positiva che mi ha spinto verso questo ruolo. E’ stato però all’età di otto anni che ho deciso che quello che avrei fatto nella vita sarebbe coinciso con il cinema. La visione del film “I Goonies” di Richard Donner, prodotto da Steven Spielberg, mi ha completamente stravolto la vita. 

Quale percorso di studi hai seguito?
Ho un inutile diploma da perito commerciale e sono laureato al Dams. Ma non me ne vanto [;-)]

Che cosa butteresti del cinema italiano contemporaneo e cosa invece no?
Tutto è utile e tutto è indispensabile nel cinema però dovrebbe esserci una giusta democratizzazione dei generi.

L’ultimo film che ti ha veramente emozionato?
Penso, QUASI AMICI, toccante e dal tono giusto. Profumo di capolavoro.

Il mondo del cinema è particolarmente duro soprattutto a causa di grandi imprese che possiedono tutte le fasi del circuito dalla produzione alla distribuzione. Come può “sfondare” un giovane di talento in queste condizioni? Credi che all’estero avresti maggiori possibilità?
All’estero ci sono nazioni dove il cinema è un’industria molto più ampia e ben gestita. In Italia c’è sovraffollamento e, purtroppo, la “rete”, se ha portato un grande strumento di democrazia visuale come You Tube, allo stesso tempo ha creato un calderone troppo vasto (quello che il mio professore di Storia Contemporanea, il Prof. Monina, chiama “il magma del dilettantismo”) da cui è difficile distinguersi. Oggi il problema è che non ci sono più tanti veri produttori, quelli bravi si contano sulle dita di una mano. Nessuno  rischia più un soldo di tasca propria. Per sfondare devi anche essere molto fortunato, caparbio e devi avere talento  altrimenti ti bruci presto.

Dei corti che hai realizzato quale ti è rimasto particolarmente nel cuore?
Ho girato molti videoclip. Di corti ne ho fatti due. Il primo, L’ALTRO, ovviamente sarà quello che non dimenticherò. Dopo questo lavoro ho imparato molte cose e capito molti errori. Ma quell’amore condiviso tra tutti i ragazzi che mi hanno aiutato durante quei giorni sarà indimenticabile per me.

Quando capisci che un tuo lavoro è veramente di qualità?
Alla mia età penso di non dovermi mai adagiare su questi parametri, ma crescere, crescere, crescere.

Quali progetti stai curando attualmente?
A maggio usciranno due videoclip, NAnthem Vol.1 e NAnthem Vol.2, dove ci saranno i migliori esponenti del rap campano, sa Sha One a Cenzou, passando da Clementino, ‘Nto, A.M. e tanti altri. A giugno girerò il mio prossimo cortometraggio, ma per ora non svelo nulla. Vi aggiornerò presto.

Che cosa consiglieresti a un giovane che si avvia a intraprendere la tua stessa strada?


Quando cadi, rialzati e non mollare.













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